Il primo viaggio
Credo di poter dire che il mio primo vero e proprio viaggio sia stato a Parigi, a metà anni Sessanta … Ci sono andato in treno, con un vagone notturno di seconda classe, con pochissimi soldi in tasca e una piccola borsa. Avevo con me, se non ricordo male, un libro di Calvino e uno di Pavese. Appena arrivato ho comperato un paio di tascabili della collezione Gallimard Poésie, credo di Eluard e Aragon. Dormivo in ostello, in rue Saint Jacques, e facevo amicizie con ragazzi turchi, spagnoli, algerini. Indimenticabile.
Il viaggio più avvincente
Bellissimo, anche se l’ho fatto da solo, e sentivo la mancanza di mia moglie, Valeria, il mio secondo viaggio in Argentina, a Cordoba e Buenos Aires. E con una gita breve ma per me indimenticabile a Montevideo, in un clima che sembrava riportarmi agli anni Cinquanta. Sono terre e gente che mi piacciono. Come fossero una prosecuzione avventurosa e misteriosa dell’Italia. All’estero senza sentirmi completamene straniero.
La città o il luogo preferiti
Difficile rispondere. Milano, forse, perché si sono nato e sento di non poter vivere altrove (ma forse è solo un’impressione) e poi anche Nizza, dove vado spessissimo da un paio d’anni, dove mi trovo a meraviglia, dove passeggiare di fronte alla Baia degli Angeli è un conforto.
Il libro preferito
Anche qui non è facile rispondere. Non sono tipo da preferenze fanatiche. Mi piacciono romanzi e poesie di vario genere. In questo momento direi America di Kafka. Magari domani cambierei idea…
Maurizio Cucchi per Il Milione - Festival del Viaggio